Francesca Talpo è lettrice di italiano all’Università di Augsburg (Germania). Ha lavorato per musei e istituzioni culturali tedesche e italiane e nella redazione della rivista Adesso (Spotlight Verlag). Dal 2001 tiene laboratori di scrittura creativa e corsi di formazione per insegnanti di italiano e mediatori d’arte. Ha pubblicato articoli in cataloghi di mostre, riviste e quotidiani.
Arte e abilità di scrittura
di Francesca Talpo
Una lezione di LS/L2 al museo
Nella mia esperienza di insegnante di italiano LS in Germania mi sono scontrata, come molti colleghi, con la difficoltà di far esercitare agli studenti l’abilità di scrittura. Nei corsi di lingua si scrive infatti molto poco, soprattutto in classe, durante la lezione. Per il ritmo lento della scrittura non c’è mai tempo e spesso si relega questa importante abilità al compito per casa. Così ho deciso di introdurre nei miei corsi le tecniche di scrittura apprese quando lavoravo come mediatrice d’arte allo Sprengel Museum di Hannover e di trasferire, per una volta, la lezione tra le mura di un museo.
L’interazione con l’oggetto artistico, il fare delle cose partendo da esso, dà alla lezione di LS/L2 un valore aggiunto di “evento straordinario”, trasformando il museo da spazio in cui ci si muove tradizionalmente con rispetto, in silenzio, quasi si trattasse di un luogo sacro, in spazio vivo e dinamico. Per questo motivo è preferibile lavorare in musei d’arte moderna e contemporanea dove provocazione, gioco e coinvolgimento emotivo – prerogative dell’arte contemporanea – aiutano l’approccio libero e ludico delle tecniche di scrittura che tratteremo in questo articolo.
Arte, scrittura e inconscio
Al centro delle attività di un laboratorio di scrittura al museo c’è l’interazione con le opere d’arte, in un particolare gioco di rimandi tra l’opera, prodotto dell’atto creativo dell’artista, e la scrittura, atto creativo dello spettatore. Il tutto prende origine dalla sfera emozionale, la parte più intima e istintiva dell’uomo, che l’arte ha il potere di attivare e di portare a galla. Negli esercizi proposti si parte infatti dalle suggestioni suscitate in ciascuno studente dall’opera d’arte. In seguito, attraverso un percorso guidato, l’insegnante sostiene lo studente nella creazione di un testo compiuto in LS/L2 (un breve racconto, un esercizio di stile, “istruzioni per l’uso” di un congegno, un haiku, ecc.). L’arte, in tutto ciò, è una sorta di ponte che collega la sfera interiore più autentica dello studente alla LS/L2, agendo al livello profondo dell’acquisizione (cfr. distinzione apprendimento/acquisizione in Krashen, 1982).
Un laboratorio di scrittura creativa
Un laboratorio ha la durata di circa tre ore ed è diviso in tre fasi. Si apre con un riscaldamento, per attivare l’interesse, e si chiude con un esercizio di congedo. In mezzo si possono realizzare da due a tre attività di scrittura. Tra le numerose, ne presentiamo qui tre, che coprono l’arco di competenza B2-C2.
È fondamentale che il laboratorio sia accompagnato da un continuo “effetto sorpresa” per mantenere accesa la curiosità e l’attenzione: per questo non bisogna mai anticipare allo studente i passi successivi.
Riscaldamento
Materiale: fogli, penne.
Per prima cosa è importante avvicinare il gruppo allo spazio espositivo del museo in cui si è deciso di lavorare. In corrispondenza di alcune opere d’arte, si dispongono sul pavimento dei fogli di carta. Gli studenti girano per le sale del museo, cercano le opere contrassegnate dai fogli e scrivono su questi la prima cosa che gli viene in mente.
1) Scrittura di un breve racconto con la tecnica della scrittura creativa
Materiale: 4 fogli per studente, un supporto rigido su cui scrivere, penne, dizionari.
In un minuto ognuno osserva, in silenzio, un’opera d’arte scelta dall’insegnante.
Gli studenti vengono poi introdotti alla tecnica della scrittura automatica surrealista, che si fonda sul rapporto tra scrittura e inconscio. Ognuno scrive – nella propria L1 – senza interruzione, per tre minuti, tutte le parole che gli vengono in mente di fronte all’opera (sostantivi, aggettivi, verbi, brevi frasi e termini connotanti sensazioni ed emozioni suggerite dall’opera). Per il poeta surrealista francese André Breton (1924, tr. it. 1992: 343), la scrittura automatica deve essere un flusso ininterrotto: “Scrivete rapidamente senza un soggetto predisposto, tanto rapidamente da non fermarvi e non essere tentati di rileggere”.
Ciascun partecipante sottolinea 12 tra le parole che ha appena segnato e, con l’aiuto dei compagni, del dizionario o dell’insegnante, le traduce in italiano, scrivendole una sotto l’altra su un secondo foglio.
Compilata la propria lista, lascia il foglio sul pavimento. A questo punto è permesso copiare. Ognuno deve infatti scegliere 8 parole tra le proprie e quelle presenti sulle liste dei compagni. Queste vanno trascritte, in colonna, su un terzo foglio.
Ognuno ha quindi 20 minuti per scrivere su un quarto foglio, in silenzio, una breve storia contenente le 8 parole, senza necessariamente seguire l’ordine di trascrizione, optando piuttosto, di volta in volta, per la parola che si adatta meglio allo svolgimento del racconto. Titolo e genere del racconto sono indicati dall’insegnante.
Alla fine ogni studente legge il proprio testo ai compagni, segnalando prima le 8 parole utilizzate.
(Variante per la scrittura di un testo regolativo: ho realizzato un’attività simile con alcune “macchine inutili”, sculture a ingranaggio in movimento, che spesso producono rumore, dell’artista svizzero Jean Tinguely, di cui una è riportata nella foto. In questo caso gli studenti dovevano stabilire la funzione e scrivere le istruzioni per l’uso di un assurdo marchingegno, utilizzando 8 parole scaturite dalla scrittura automatica).
Al termine di ogni attività si può aprire la discussione dando spazio alle domande e alle risposte in plenum.
2) Haiku
Materiale: fogli e penne.
L’insegnante spiega agli studenti che comporranno un haiku. L’haiku è un tipo di poesia di origine giapponese composta di soli 3 versi: il primo di 5 sillabe, il secondo di 7 e il terzo ancora di 5. Data la brevità, è particolarmente indicato per cogliere in maniera spontanea, quasi come uno scatto fotografico, attimi, sensazioni e atmosfere suscitate, in questo caso, dall’opera d’arte.
L’insegnante condivide con la classe alcuni esempi di haiku in italiano; i seguenti, per esempio, sono tratti dalla rete (l’autrice è Umberta Mesina):
oscilla quieta
nella brezza estiva
la ragnatela
un gelsomino:
arriva all’improvviso
il suo profumo
Monte Subasio
sorride al sole, bianco
di neve fresca
A ogni studente è, quindi, concesso 1 minuto per osservare in silenzio 3-4 opere tra loro vicine e per sceglierne una su cui lavorare. Ha 15 minuti per concentrare in un haiku le impressioni suscitate dall’opera. Legge infine il testo ai compagni, i quali devono indovinare a quale opera è riferito.
3) Scrittura collettiva di un racconto
Materiale: fogli e penne.
Gli studenti vengono divisi in piccoli gruppi. Ogni gruppo lavora in una differente sala espositiva interagendo con 4-5 opere lì esposte. Queste costituiscono i capitoli di un breve racconto da ideare e scrivere collettivamente. L’insegnante stabilisce il tempo verbale e l’utilizzo, nella narrazione, della prima o della terza persona singolare. Genere e titolo sono liberi. Tempo a disposizione: 30 minuti.
Ogni gruppo elegge un portavoce che leggerà il racconto agli altri gruppi di fronte alle opere che hanno ispirato la storia.
Congedo
Materiale: cartoline raffiguranti opere d’arte del museo in cui si è lavorato, buste affrancate, penne.
L’insegnante dispone sul pavimento le cartoline. Tra queste ognuno sceglie la preferita e scrive a se stesso una breve lettera sull’esperienza laboratoriale appena conclusasi. La inserisce quindi in una busta su cui scrive il proprio indirizzo. Dopo circa 2-3 settimane l’insegnante spedirà le cartoline ai partecipanti.
Ripresa
Nelle due lezioni successive è opportuno lavorare sui testi prodotti al museo, procedendo, ad esempio, alla correzione degli scritti mediante la revisione tra pari o approfondendo alcuni argomenti morfosintattici emersi; ci si può servire, a tal proposito, di attività ludiche, come la “staffetta grammaticale” ideata dal collega Gian Mario Di Carlo della Hochschule di Augsburg. L’attività, gentilmente concessaci, è scaricabile da questo link.
Con gruppi particolarmente motivati si possono approfondire le tematiche affrontate con una ricerca sugli artisti o sulle correnti su cui si è lavorato.
Riferimenti bibliografici
Breton, A., Manifeste du Surréalisme, Éditions du Sagittaire, Parigi, 1924 (tr. it. “Primo Manifesto del Surrealismo”, in M. De Micheli, Le avanguardie artistiche del Novecento, Feltrinelli, Milano, 1992).
Krashen, S., Principles and Practice in Second Language Acquisition, Pergamon, Oxford, 1982.